Marc Blackie: Disappointed Virginity

Marc Blackie su Fluffer Magazine

Autore di film e video, fotografo «per errore» per sua stessa ammissione, Marc Blackie racconta l’eros evocando grandi interpreti della sessualità come Hans Bellmer, Georges Bataille e Kōji Wakamatsu.

Marc Blackie, artista inglese con la passione per l’obiettivo, si è avvicinato alla fotografia «per errore», per «un incontro casuale tra un voyeur e un esibizionista, su un tavolo da dissezione».

È stata la curiosità a spingerlo a investigare l’eros da dietro una macchina fotografica, come fosse passato dall’esigenza di osservare dal buco della serratura a quella di una visione d’insieme, fatta di tutti quei particolari che tanto contano nell’immaginario erotico.

Il suo talento è di ritrarre donne di tutte le tipologie, che trasudano e vivono l’erotismo con un’innata sfacciataggine, drammatica e al contempo spensierata, lontana anni luce dai cliché della fotografia di genere (commerciale, cheap e modaiola).

L’immaginario decisamente pornografico di Blackie prende vita nelle sue fotografie, nei suoi cortometraggi e video musicali e più di recente, nel geniale esperimento delle animazioni monoscopiche.

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Disappointed Virginity — il suo sito internet — è più di un progetto, è tributo e reinterpretazione delle fonti di ispirazione di Blackie: le bambole di Hans Bellmer, l’urgenza narrativa di Georges Bataille e la crudezza di Kōji Wakamatsu.

Il suo erotismo è là, ostentato davanti agli occhi dello spettatore: tangibile, sfacciato e seducente. Gli oggetti e il quotidiano interagiscono con le modelle e i corpi, ombre e movenze assumono una connotazione squisitamente sessuale, seppur incorniciati e fissati in istanti precisi.

Il terreno del bianco e nero, così ben utilizzato nel corso del secolo, torna anche per Blackie a rappresentare sia l’ambiente nel quale raccontare le sue donne sia lo stratagemma più adatto a trasportarci nel suo surrealismo erotico: le ombre e l’oscurità, a richiamare i segreti più intimi e nascosti della psiche umana e la luce così chiara e diretta, che ci mostra prorompente le forme e il desiderio esibiti all’obiettivo.

Le forme delle sue modelle sono il cuore centrale del suo lavoro. Marc Blackie non ha un ideale che riflette le fantasie erotiche (sue e di tutti) in modo univoco ma anzi, il suo lavoro si nutre di professioniste e di volontarie, che con un click possono rispondere al suo invito a rendere sempre meno incompiuto il suo progetto.

Sito di Marc Blackie
* Marc Blackie è stato pubblicato sul primo numero di Fluffer magazine (per acquistarlo clicca qui)

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